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Poste Italiane: dalla riapertura escluse le seconde cessioni

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La riapertura della piattaforma per l’acquisto dei crediti d’imposta targata Poste Italiane regala amare sorprese. Alla temporanea sospensione resasi necessaria per adeguare le procedure di controllo, elaborazione e acquisizione delle pratiche, in funzione del susseguirsi dei molteplici interventi legislativi in senso anti-frode (DL 157/2021, L 234/2021, DL 4/2022, DL 13/2022), l’ammiraglia delle partecipate statali nella raccolta del risparmio esclude dalla cessione, senza preavviso, un’ampia fetta di potenziali beneficiari.

Da ieri, Poste Italiane valuterà l’acquisto dei crediti d’imposta unicamente da quei soggetti che abbiano sostenuto in maniera diretta i relativi oneri, le cosiddette prime cessioni. L’operatività del servizio sarà limitata alle sole operazioni di cessione del credito d’imposta a favore di Poste Italiane effettuate dai privati, imprese e liberi professionisti che siano titolari originari di uno dei seguenti credito d’imposta: Superbonus 110% ai sensi dell’articolo 119 del DL Rilancio, Ecobonus ordinario per interventi di efficienza energetica e installazione di impianti fotovoltaici, ai sensi dell’art. 14 del DL n. 63/2013 e dell’art.16-bis, comma 1, lettera h) del TUIR; Sismabonus ordinario ai sensi dell’art. 16, commi da 1-bis a 1-septies del DL n. 63/2013; Ristrutturazione e recupero patrimonio edilizio ai sensi dell’art. 16-bis, comma 1, lettere a) e b), del TUIR; Recupero o restauro facciate ai sensi art. 1, comma 219 e 220, della L. n. 160/2019; Installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, ai sensi dell’art. 16-ter del DL n. 63/2013. Tali operazioni, inoltre, saranno eseguibili a valere sulle spese nel periodo 2022 o per le rate residue per le spese sostenute negli anni precedenti.

Le nuove cessione a favore di Poste Italiane, sensibilmente più onerose rispetto alle precedenti, saranno corredate da intransigenti procedure di controllo. Già in fase di identificazione del cliente, oltre alle ordinarie verifiche antiriciclaggio, Poste Italiane ha dichiarato la volontà di effettuare ulteriori controlli quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, la presenza di segnalazioni in CAI (Centrale Allarme Interbancaria) relative all’emissione di assegni senza autorizzazione e/o senza fondi o utilizzo improprio di carte di credito, lo status “attivo” del conto corrente, una anzianità aziendale non inferiore a 18 mesi (per le persone giuridiche). L’esito negativo di questi primi controlli soggettivi impedirà l’accesso al rinnovato servizio di cessione del credito.

Sotto il profilo tecnico, inoltre, verrà richiesta ulteriore documentazione. Ai fini del buon esito della procedura, in linea con gli altri istituti di credito da ieri Poste Italiane richiederà: copia di un documento attestante il diritto di proprietà o di godimento sull’immobile, copia dell’asseverazione, copia del “modulo di comunicazione dell’opzione di cessione del credito d’imposta” con relativa ricevuta, una dichiarazione dell’intermediario fiscale, copia di documentazione che dimostri la capacità reddituale o patrimoniale del proponente la cessione del credito d’imposta e copia dei bonifici di pagamento.

Se da un lato l’adeguamento delle procedure di verifica preventiva era necessario, dall’altro Poste Italiane, senza alcun preavviso, esclude dalle cessioni le spese sostenute nel 2021, benché i tempi lo consentirebbero ancora. La comunicazione finalizzata all’esercizio dell’opzione, infatti, potrà essere trasmessa all’Amministrazione Finanziaria entro il 7 aprile 2022. Con il Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 3 febbraio 2022 è stato disposto che per le spese sostenute nel 2021, nonché per le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020, la comunicazione dovrà essere trasmessa entro il 7 aprile 2022, anziché entro il 16 marzo.

La nuova politica di Poste Italiane, inoltre, esclude alla radice i crediti d’imposta che siano stati oggetto di precedente trasferimento, inclusi i crediti d’imposta maturati a seguito di sconto in fattura. Escluse le richieste di cessione ricevute fino al 1° febbraio 2022, che restano soggette a istruttoria ai sensi del processo all’epoca applicabile, al momento Poste Italiane non acquista nessun credito d’imposta da soggetti diversi rispetto al suo primo beneficiario.

Quest’ultima scelta causerà non pochi problemi agli operatori del settore. Le imprese esecutrici e i professionisti impegnati in operazioni che prevedevano lo sconto sul corrispettivo, anche relativi a fatture del 2021, non potranno più contare su Poste Italiane. Scelta legittima per un soggetto privato, meno per una società partecipata per oltre metà del proprio capitale dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e da Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

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