Il mercato della cessione dei crediti e degli sconti in fattura è partito piano, tra modifiche normative, aggiustamenti alle offerte, ritocchi alle procedure. Dopo avere preso forma nel 2020, è decollato nel 2021. E con il passare dei mesi ha raggiunto una dimensione gigantesca, probabilmente imprevedibile per tutti nelle prime fasi: oggi siamo sopra i 40 miliardi di euro.
Poche settimane fa, in un’audizione al Senato, il direttore dell’agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini ha spiegato che, a fine 2021, il mercato delle cessioni dei crediti, contando le opzioni comunicate, aveva raggiunto quota 38,4 miliardi di euro. Quasi tutti accumulati nel corso dell’anno passato, a un ritmo di oltre tre miliardi al mese di media. Nel primo quarto del 2022, allora, quota 40 miliardi è stata sicuramente superata. Anche perché, dati Enea alla mano, nella prima parte dell’anno si sono consolidate nuove detrazioni 110% per circa 6 miliardi di euro.
Guardando il mercato dall’altro lato, quello del sistema finanziario, si scopre che gran parte di questi crediti è finita in pancia a banche e altri operatori che si sono proposti di liquidarli. Da un’indagine del Sole 24 Ore risulta che il soggetto più attivo è stato finora Intesa Sanpaolo, con 20 miliardi di crediti, tra pratiche già accettate (16 miliardi) e crediti erogati (4 miliardi).
Fortissimo anche l’impegno di Poste Italiane che, in base all’ultimo dato disponibile, ha acquistato 7,4 miliardi di euro, impegnando una parte importante della sua disponibilità totale (9 miliardi). Poi, c’è Banco Bpm, che è a quota 3,5 miliardi di crediti contrattualizzati, ma che arriva a 4 miliardi considerando i clienti già coinvolti e che saranno contrattualizzati nel breve.
Ancora, c’è il Gruppo Iccrea nel quale ogni Bcc ha una gestione autonoma del suo plafond massimo sul territorio, ma che ad oggi ha acquisito crediti per 1,5 miliardi. UniCredit, tra contratti accordati e impegni futuri, ha accolto domande per quasi 1,2 miliardi di euro. Bper è a quota un miliardo di acquisti.
Cassa depositi e prestiti, che ad oggi non ha ancora riattivato i suoi servizi legati all’acquisto di bonus edilizi, ha acquisito nel corso del 2021 crediti fiscali per un valore di circa 400 milioni di euro. Una cifra che corrisponde a poco più dell’1% del mercato dei crediti fiscali complessivamente trasferiti al mercato bancario e finanziario.
Insomma, complessivamente tutti questi soggetti hanno acquisito una massa superiore ai 35 miliardi di crediti. Una massa che, guardando ai blocchi sempre più estesi in queste settimane, inizia a diventare evidentemente difficile da gestire in relazione alla capienza fiscale del sistema.
Tanto che continuano ad arrivare segnali di frenata. Intesa Sanpaolo ha appena sospeso l’avvio di pratiche relative al 2021 (la cui opzione – va ricordato – scade il 29 aprile), mentre la piattaforma Pwc ha temporaneamente sospeso l’avvio di nuove pratiche per conto di UniCredit.
Altro dato rilevante è che il sistema finanziario, in tutte le sue forme, sembra avere assorbito larga parte dei crediti ceduti finora. Ai soggetti elencati prima, infatti, bisogna aggiungere diverse altre banche che ancora non hanno comunicato i dati dei crediti acquisiti, ma anche attori come le assicurazioni o le utility. La stima dei 35 miliardi, insomma, è da considerare al ribasso.
FONTE il sole 24 ore